Speciale – Il riepilogo annuale 2025

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Bentornati a Il riepilogo mensile annuale!

Non posso farci niente: adoro le liste di fine anno. A dicembre passo una gran quantità di tempo a leggere articoli (o vedere video) che declinano questo formato in vari modi. Lo trovo un bel momento per fermarsi e guardare indietro – e sì, lo so che dovremmo guardare sempre avanti, ma almeno una volta all’anno possiamo fare un’eccezione, no?

E così si rinnova la tradizione del numero speciale, iniziata nel 2024. Cosa aspettarsi dal riepilogo annuale? Nient’altro che un mio personale bilancio sui consumi mediatici degli ultimi dodici mesi, con focus su libri, film e videogiochi. Troverete qualche parola di commento, alcuni propositi per il futuro, elenchi puntati ed emoji a iosa1, un sacco di dati statistici inutili2 e persino i miei imperdibili premi dell’anno. Ci saranno anche link a precedenti numeri della newsletter per approfondire alcuni contenuti. Cosa NONaspettarsi, invece? Be’, non una retrospettiva su titoli pubblicati nel 2025. Se seguite abitualmente questa newsletter, saprete che spesso e volentieri viaggio con anni di ritardo nella fruizione.

Tutto qui. È un riepilogo che faccio soprattutto per me stesso – un po’ per gioco e un po’ per curiosità – ma magari ci potete trovare qualche spunto anche voi.

Buona lettura!


⌨️ Scrittura

Per la scrittura il 2025 è stato un anno di passaggio. Non ho pubblicato niente quest’anno, neanche un racconto. Ma d’altra parte non ho nemmeno cercato occasioni di pubblicazione: ho deciso di concentrare tutti i miei sforzi sul romanzo in stesura.

Ho scritto tanto e con una certa continuità, ma è stato un lavoro invisibile al mondo esterno. Ho dato un aggiornamento sul mio progetto proprio nell’ultimo numero della newsletter, quindi non mi dilungherò su questo tema. In retrospettiva, comunque, posso dirmi soddisfatto del ritmo che ho tenuto: esclusa l’estate, ho lavorato al romanzo praticamente tutti i mesi. Molto di quello che ho scritto andrà cestinato e riscritto, ma è così che funzionano le cose. Vedremo se il 2026 sarà l’anno in cui metterò la parole “Fine” su questo progetto.


📖 Letture

Per questa sezione mi sono avvalso di dati provenienti dal mio profilo Goodreads, dove tengo nota delle letture che faccio.

📚 Quanti libri ho letto?

Partiamo dalla pura e semplice quantità. Nel 2025 ho letto sedici libri; il diciassettesimo è in lettura, e dovrei riuscire a portarlo a termine entro la fine dell’anno. Nel 2024 erano stati dodici, e già questo balzo sarebbe da festeggiare; per trovare un anno con più volumi letti (diciotto) dobbiamo tornare al 2020.

Insomma, dopo diversi anni di magra, mi sono riavvicinato a volumi di lettura più in linea con il pre-pandemia (e il pre-genitorialità). Spesso intercetto post che offrono consigli su come leggere di più, e uno dei più sensati mi sembra sempre quello di creare un’abitudine: io leggo quasi tutte le sere – ultima cosa che faccio prima di andare a dormire – e negli spostamenti casa-ufficio in treno. Bastano anche dieci minuti al giorno, tutti i giorni, per leggere diversi libri all’anno.

🗐 Quante pagine ho letto?

Domanda strana, certo, ma è una delle poche statistiche che fornisce Goodreads3. Quest’anno ho letto 6.567 pagine. Immagino siano parecchie, perché devo tornare al 2018 per trovare un dato più alto (quell’anno erano state addirittura più di 9.000, ma c’erano le oltre 1.200 di IT).

Mi sono sempre piaciuti i libri lunghi, e ne avevo accumulati un bel po’ che non avevo avuto il coraggio di cominciare. Quest’anno, invece, la ritrovata continuità mi ha dato la spinta giusta: ho letto cinque libri da più di 500 pagine, e di questi uno ne aveva quasi 1.000.

Curiosità statistica: sia il libro più lungo (Lonesome Dove, 992 pagine) che quello più corto (La camera azzurra, 153 pagine) sono tra quelli che ho amato di più quest’anno.

🚀 Narrativa vs 🎓 saggistica

La stragrande maggioranza dei libri che ho letto appartiene all’ambito della narrativa; solo due sono ascrivibili alla saggistica. In realtà ho diversi saggi da leggere, ma alla fine preferisco sempre un romanzo: un poco alla volta conto di smaltirli.

Per la cronaca, i due libri in questione sono Storie di videogame Vol. 1 (di cui ho parlato a settembre, ma nella rubrica dedicata ai videogiochi) e Canaglie di tutto il mondo, un saggio sulla pirateria interessante ma non del tutto convincente (nel senso che sullo stesso argomento ho letto di meglio in passato).

👨‍💻 Autori vs 👩‍💻 autrici

Un confronto in cui posso sicuramente fare di meglio è quello tra libri di autori e libri di autrici, visto che l’ago della bilancia pende vistosamente verso i primi.

Ho letto solo due libri scritti da donne quest’anno: La vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante (maggio) e La città di ottone di S.A. Chakraborty (settembre). Un punto su cui provare a migliorare nel 2026.

🌍 Da che parte del mondo arrivano gli autori che ho letto?

Ecco una cosa che vorrei nella mia app di tracciamento delle letture: una mappa del mondo che evidenzi i Paesi di origine degli autori che leggo. Non uscirebbero fuori dati poi così clamorosi, ma una bella mappa fa sempre la sua figura.

Mi sono divertito a farmi questa statistica da me, constatando l’ovvio: ho letto soprattutto letteratura anglosassone e italiana. Questa la distribuzione:

  • USA: cinque libri
  • Italia: quattro libri
  • Regno Unito: tre libri
  • Belgio: un libro
  • Canada: un libro
  • Svezia: un libro
  • Svizzera: un libro

⭐ Che voti ho assegnato?

Il 2025 è stato un anno molto buono anche dal punto di vista della qualità, e c’è un dato più di ogni altro che lo testimonia: ho assegnato a ben tre libri il massimo dei voi. Si tratta di Spin di Robert Charles Wilson (febbraio), La camera azzurra di Georges Simenon (luglio) e Lonesome Dove di Larry McMurtry (agosto). Per fare un confronto, rimanendo negli ultimi cinque anni: nel 2024 e nel 2022 nessun libro aveva ricevuto 5 stelle, mentre nel 2023, nel 2021 e nel 2020 erano stati due per anno. Avere tre libri che mi sono piaciuti così tanto in una singola annata è un dato davvero eccezionale.

Non solo: sette libri hanno ricevuto 4 stelle, rientrando quindi nel novero delle letture ottime. A quattro libri ho assegnato 3 stelle, e soltanto a un paio ne ho date 2. Nessun libro ha ricevuto 1 stella4.

🏆 I premi

Libro rimasto più a lungo nella pila da leggere: La città di ottone di S.A. Chakraborty, che è stato tra i libri da leggere per circa tre anni.

Delusione dell’anno: Matter di Iain M. Banks. Un vero peccato. Ho motivato nel dettaglio la mia scelta a ottobre.

Sorpresa dell’anno: Spin di Robert Charles Wilson (febbraio). Una rivelazione totale nonché un libro bellissimo, che sono stato indeciso fino all’ultimo se premiare con il riconoscimento massimo.

Menzioni d’onore: tra i libri che mi sono piaciuti, pur senza raggiungere il massimo dei voti, voglio ricordare Le acque del Nord di Ian McGuire (febbraio), La vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante (maggio) e Blackwater di Michael McDowell (ottobre).

Libro dell’anno: Lonesome Dove di Larry McMurtry (agosto). Forse una scelta fin troppo facile, ma erano anni che non leggevo un libro così. Consigliatissimo.


🎞️Visioni

Per questa sezione mi sono avvalso di dati provenienti dal mio profilo Letterboxd, dove tengo traccia dei film che vedo.

🎬 Quanti film ho visto?

Nel 2025 ho visto finora ventisei film. Forse non un numero altissimo, ma considerando che l’anno scorso erano stati quindici mi sforzo di vedere il bicchiere mezzo pieno (però se penso che la metà esatta di questi ventisei film è costituita da film d’animazione, il bicchiere torna mezzo vuoto).

Vedere un film richiede tempo. Diciamo un paio d’ore, ma spesso le pellicole che mi interessano durano anche di più; il fatto è che io due ore consecutive da dedicare a un film faccio sempre fatica a trovarle. Il momento giusto sarebbe la sera, ma quella fascia oraria la dedico alla scrittura; e quando smetto e mi rimane un’ora al massimo, preferisco i videogiochi che per loro natura si prestano a una fruizione spezzettata. Potrei dividere i film in più sessioni, certo, ma sarebbe come serializzarli – e io, alle serie tv, non mi sono mai appassionato.

Comunque, bicchiere mezzo pieno, dicevo. Devo ammettere che quest’anno ho maturato di nuovo un interesse nei confronti del cinema. Ho persino stilato una lista su Letterboxd dei film che vorrei recuperare, tra quelli che ho perso negli ultimi anni e quelli che aspetto di vedere da quando ne lessi la scheda sul Mereghetti un’era geologica fa: se volete divertirvi a scoprire alcune mie clamorose lacune cinematografiche, il link è questo. Me lo metto come proposito per il 2026: cercare di smarcare almeno un film al mese da questa lista.

🍿 Sala vs 📺 streaming

Un altro proposito per l’anno nuovo: tornare a vedere più film in sala. Nel 2025 ho visto soltanto due film al cinema: si tratta di Paternal Leave di Alissa Jung (maggio) e Material Love di Celine Song (settembre). In entrambi i casi non avevo preventivato di andare, ma poi si è aperta una possibilità imprevista (leggi: i nonni badavano ai figli) e io e mia moglie abbiamo colto l’attimo. Sul dato finale ha inciso anche l’assenza di grandi blockbuster di mio interesse.

È un numero comunque allineato con gli anni post-genitorialità. Sono andato a contare i film che ho visto in sala da quando sono papà: undici in cinque anni. Prima andavo al cinema molto più spesso: nel solo 2019, ad esempio, i film visti in sala erano stati quindici. Non mi sto lamentando, sia chiaro. Anzi, probabilmente il 2026 sarà l’anno in cui porteremo per la prima volta al cinema nostro figlio maggiore: il che aprirà una nuova fase del nostro rapporto con la sala cinematografica.

1️⃣ Prime visioni vs 🔂 rewatch

Dei ventisei film visti quest’anno, otto sono rewatch, cioè film che avevo già visto in precedenza. Mi aspettavo che fossero persino di più, chissà perché.

Tutti e otto sono film d’animazione, che ho rivisto insieme ai miei figli. Di due ho scritto nel dettaglio: il capolavoro The Lego Movie di Phil Lord e Christopher Miller (febbraio) e Toy Story di John Lasseter (novembre). Stiamo cominciando ad attaccare il Rinascimento Disney: è interessantissimo rivedere oggi i film della mia infanzia. Prima o poi ci scriverò su qualcosa.

📼 Di che anni sono i film che ho visto?

Una curiosità estemporanea che mi è venuta mentre scrivevo questo riepilogo: a che epoca appartengono i film che ho visto quest’anno? La risposta non mi ha fatto particolarmente piacere, ma a mia discolpa posso dire che i film sono pochi e che non c’è stato un vero progetto di visione dietro.

Ragionando per decadi, abbiamo la seguente distribuzione:

  • Anni 2020: sei film
  • Anni 2010: sette film
  • Anni 2000: tre film
  • Anni ‘90: sette film
  • Anni ‘80: tre film

Quest’anno non ho visto niente di precedente al 1985: nel riepilogo del prossimo anno mi piacerebbe scoprire di essere andato un po’ più indietro nel tempo.

👨‍💻 Registi vs 👩‍💻 registe

La distribuzione di genere rispecchia un po’ quella dei libri – e quindi è migliorabile – anche se i valori assoluti qui sono più alti. Ho visto quattro film diretti o co-diretti da donne. Tra questi, segnalo in particolare Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma (gennaio) per lo sguardo particolare che porta.

🌍 Da che parte del mondo arrivano i film che ho visto?

Qui il dato è drammatico, anche se atteso. Venti film su ventisei vengono dagli USA, i restanti sei sono produzioni o co-produzioni europee. Sono completamente assenti gli altri continenti5.

Vedo da sempre tanti film americani, ma dovrei davvero impegnarmi ad approfondire le culture cinematografiche di altri Paesi.

⭐ Che voti ho assegnato?

Forse, considerando che riesco a vedere solo una manciata di film all’anno, dovrei scegliere meglio. Nel 2025, infatti, sono mancati i capolavori – mentre l’anno scorso almeno uno (Past Lives) lo avevo registrato.

I voti più alti sono andati a tre rewatch (The Lego Movie, Il re leone e Toy Story 2) che hanno ricevuto 4,5 stelle. Abbiamo poi sette film con 4 stelle. Altri tredici film hanno preso tra le 3 e le 3,5 stelle. E infine solo tre hanno preso tra 2 e 2,5. Sotto questa soglia non sono sceso.

🏆 I premi

Film che tutti avevano visto tranne me: qui c’è l’imbarazzo della scelta, ma direi che alla fine Little Miss Sunshine di Valerie Faris e Jonathan Dayton (settembre), pur essendo nato come film indipendente, negli anni ha acquisito un tale status di cult da poter fregiarsi di questo riconoscimento.

Delusioni dell’anno: Ladyhawke di Richard Donner (maggio) e Grosso guaio a Chiantown di John Carpenter (luglio). Ma si può davvero parlare di delusione, quando puntualmente ogni film venuto fuori dagli anni ‘80 mi lascia – se va bene – perplesso? Forse dovrei smettere di guardarli a basta.

Sorpresa dell’anno: Lilo & Stitch di Chris Sanders e Dean DeBlois, il film d’animazione del 2002. Per anni non l’ho considerato nemmeno per sbaglio; l’uscita del remake mi ha spinto finalmente a vederlo, scoprendo un gran bel film. Visto a luglio.

Menzioni d’onore: Io capitano di Matteo Garrone (gennaio) è duro, ma ancora me lo ricordo. Si riaffaccia spesso nei miei pensieri anche A Quiet Place di John Krasinski (agosto), che pur con tutti i suoi difetti ha qualcosa da dire.

Film dell’anno: escludendo i rewatch, il film che mi è piaciuto di più è stato Furiosa: A Mad Max Saga di George Miller. È inferiore a Fury Road, ma è un film come non se ne vedono tutti i giorni. Va detto che l’annata per me è stata magra, quindi ha avuto vita facile. Ne ho scritto a luglio.

Emozioni al Cinema: “Furiosa: A Mad Max Saga” - Il poster italiano

🕹️ Backlog

Per questa sezione mi sono avvalso di dati provenienti dal mio profilo Backloggd, dove tengo traccia dei videogiochi cui gioco.

🎮 A quanti videogiochi ho giocato?

Sono quattordici i videogiochi cui ho giocato finora nel 2025 (scrivo “finora” perché mi sono conservato alcuni titoli piuttosto brevi per il periodo natalizio).

Nel riepilogo finale del 2024 mi chiedevo se quello dei videogiochi era un ritorno destinato a durare oppure se la fiamma si sarebbe spenta presto. Dodici mesi dopo, posso dire che questa antica passione, che per tantissimo tempo avevo smarrito, è tornata in pianta stabile – erodendo in parte lo spazio che prima occupava il cinema. Ho fatto alcune riflessioni in merito nel numero di settembre.

Curiosamente, tre dei quattordici videogiochi citati poc’anzi sono titoli cui avevo già giocato in passato, ma che ho voluto rivisitare per un motivo o per un altro: si tratta di Portal (giugno), Final Fantasy IX (agosto) e To the Moon (novembre).

🕙 Quanto tempo ho giocato?

Se vedere un film è un’attività che ha un tempo standard per tutti, giocare a un videogioco può richiedere tempistiche diverse da persona a persona: il numero finale di ore dipende da vari fattori, come l’abilità del giocatore o la sua volontà di completare missioni secondarie.

Detto questo, sono comunque andato a vedere come si distribuiscono i videogiochi cui ho giocato in base al tempo che ho impiegato per completarli:

  • Oltre 30 ore: due videogiochi
  • Tra 20 e 30 ore: un videogioco
  • Tra 10 e 20 ore: due videogiochi
  • Tra 5 e 10 ore: quattro videogiochi
  • Sotto le 5 ore: quattro videogiochi

Questa distribuzione è in un certo senso orientata dalle mie scelte: imbarcarmi in imprese da decine di ore è proibitivo, e quando l’ho fatto l’esperienza è durata mesi interi. In generale ho cercato di alternare titoli molti brevi (soprattutto indie) a giochi un po’ più lunghi e strutturati.

Per la cronaca, il videogioco più breve cui ho giocato è stato Gone Home (ottobre), che ho portato a termine in 2 ore e mezza. Quello che mi ha tenuto impegnato di più è stato invece Final Fantasy IX (agosto), completato in 35 ore spalmate su due mesi e mezzo.

⭐ Che voti ho assegnato?

La media dei voi, in questa categoria, è piuttosto alta. Me lo spiego facilmente: avendo un backlog sconfinato, posso permettermi di scegliere titoli su cui vado quasi a colpo sicuro. Certo, i gusti personali hanno il loro peso, ma il più delle volte ho installato videogiochi con un’importanza storica di un certo livello e un consenso critico ben consolidato.

Due videogiochi hanno ricevuto 5 stelle: si tratta di Half-Life 2 (febbraio) e Final Fantasy IX (agosto). A ben sei titoli ho assegnato un voto compreso tra 4 e 4,5 stelle. Quattro giochi hanno ottenuto una votazione compresa tra 3 e 3,5 stelle. Un solo titolo, infine, ha avuto 2,5 stelle. Come vedete l’asticella è spostata verso l’alto.

🏆 I premi

Gioco cui tutti avevano giocato tranne me: senza ombra di dubbio Assassin’s Creed. Era una delle grandi saghe videoludiche che non avevo ancora mai affrontato. Ne ho scritto a luglio.

Delusione dell’anno: The Cave. Si tratta anche dell’unico gioco realmente insufficiente giocato quest’anno. Ne ho scritto brevemente a febbraio.

Sorpresa dell’anno: la trilogia di Call of Juarez. Non ho link da inserire perché… ne parlerò nel numero in arrivo a fine dicembre!

Menzioni d’onore: entrambi i Portal (giugno) sono state esperienza superlative, che meritano la loro fama. Ma voglio menzionare anche Inside (maggio), un titolo piccolo con una grande personalità.

Gioco dell’anno: il cuore dice Final Fantasy IX (agosto), la testa Half-Life 2 (febbraio). Visto che il primo è già stato il mio gioco dell’anno tipo nel 2001, e il secondo è invece un’esperienza del tutto nuova, lascio che la bilancia penda verso il capolavoro di Valve. Un’opera che ha fatto la storia del medium, e che ha ancora molto da dire a oltre vent’anni dalla sua pubblicazione.

Half-Life 2 - Wikipedia

Grazie a chi ha letto anche questo numero speciale della newsletter. Appuntamento a fine mese per il riepilogo di dicembre. Ciao!

  1. Praticamente come un qualunque testo scritto da un’AI. (No dai, un’AI non avrebbe mai usato l’espressione “a iosa”). ↩︎
  2. Assurdo che io sia finito a lavorare con i numeri, e che mi piaccia pure. Il me stesso di vent’anni fa non ci avrebbe mai creduto. ↩︎
  3. So che StoryGraph, da questo punto di vista, è su un altro pianeta. Ma ho già traslocato una volta (da Anobii) e ora come ora non mi va di migrare di nuovo. ↩︎
  4. Si tratta comunque di un’eventualità piuttosto rara: l’ultimo caso risale ormai al 2021. ↩︎
  5. Certo, ho visto un film diretto da una coreana e uno diretto da un australiano, ma si tratta in entrambi i casi di produzioni a stelle e strisce. ↩︎

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